Ma una coperta non è una corazza lucente.
Da quelle finestre vedevo i giardini
i giardini e la luna
e altre solitudini.
In quelle finestre c’ erano i malati gentili
dalle tasche nude e bucate
che venivano di notte
quando la luna faceva le ombre tra le lenzuola pulite
e una coperta non è una corazza lucente.
E in quelle stanza non so se Dio c’era o non c’era
la Madonna era fuori
che guardava i giardini
alla luce della luna
e non si accorgeva di te.
Così sono andato via
eterno bimbo in fuga
che guarda i giardini fioriti
le lune sul lago
tra zingare solitudini.
Ho costruito una corazza
una lucente astronave
dove gli uomini non possono entrare
e non saresti cresciuto mai.
Qui si sta bene
e aspetto ancora la mia scatola di cartone
con la locomotiva sbuffante, gli scambi e i semafori
o una scatola qualunque
piena di speranze e meraviglie
che tra gli uomini c’è disincanto mascherato
ma i bimbi non lo sanno.
Ma tu portami ancora la mia scatola di cartone
o una scatola qualunque
che forse non si sta poi tanto bene qui
in eterna fuga
e mi manchi.
Sono tornato a cercarti e non c’ eri,
tra le case vuote e abbandonate
forse invisibile
forse senza saperlo sei venuto via con me.
Allora dammi la nostra scatola di cartone
piena di meraviglie
che mi manchi.